Questo libro è molto diretto, non descrive molto gli ambienti circostanti e non lascia molta
immaginazione al lettore nell’ iconografizzare gli scenari. Ha un linguaggio molto semplice e
i personaggi non hanno accenti o comportamenti caratteristici rispetto al luogo di
provenienza.
Non mi ha preso molto anche se è un romanzo molto corto e lo si finisce in poco tempo. Ho
trovato interessante il padre di Astolfo e Cosetta, mi sono piaciuti i suoi interventi e le
apparizioni di questo personaggio, al contrario ho trovato Cosetta molto standardizzata in
quanto donna in un tempo di guerra.
Gli scrittori sono molto bravi e la storia non è molto difficile da seguire in quanto ci sono
pochi intrighi e pochi colpi di scena. Se fosse stato più argomentato e un po’ meno sintetico
avrebbe catturato molte più persone (secondo il mio punto di vista).
La parte in cui Ester e Astolfo si ritraggono al matrimonio è molto conclusiva e ho trovato
questa parte molto forzata: se avessimo saputo di più sui vari personaggi avremmo
percepito meglio i sentimenti di Ester.
Personalmente quando leggo un libro mi piace sentirmi parte dell’ambiente e della storia ed
in questo, non essendoci un vero e proprio protagonista principale per una gran parte del
libro non mi ci sono immedesimata perdendo molti spunti. Mi sono piaciute tutte quelle parti
dedicate alle armi, con i rispettivi nomi e le piccole descrizioni di ognuna: sono azzeccate e
da un punto di vista più “umanistico” emanano le effettive sensazioni.
Consiglierei questo libro a ragazze/ ragazzi che affrontano per la prima volta la resistenza
italiana, all’incirca persone di età compresa tra gli 11 ed i 13 anni.
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