La pietra oscura: l’avventura dei magnifici 5

da Giulia Testa
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Come sempre quando decido di leggere un libro controllo la copertina, il titolo e, forse, solo alla fine la trama.

Oserei definire questo libro un genere Young adult per la complessità della trama, a mio parere difficile per chi non ama il genere giallo o l’avventura.

È stato difficile iniziarlo a leggere, le prime pagine mostrano subito i protagonisti e le loro descrizioni, ma poi la trama inizia subito ad infittirsi quando nei capitoli arrivano i “cattivi” della storia.

La trama, in realtà, è semplice se ci rendiamo conto qual è il filo principale della storia, cioè l’autore racconta di un gruppo di amici di dodici anni che si mettono nei guai, a causa di una misteriosa pietra. La trama si infittisce poiché entrano nella questione poliziotti, militari, scienziati ed una cosca di stampo mafioso, ma non solo anche i loro più stretti conoscenti l’insegnante di scienze, un vecchio pescatore e un negoziante di fumetti.

Nel linguaggio possiamo trovare parole ed anche nozioni e descrizioni difficili legate magari al fatto che sono presentati in termine scientifico e fisico, ma anche morfologico, come per esempio una improvvisa moria di pesci o un terremoto diverso da tutti gli altri, per potenza, causa ed effetti. Spesso, infatti, mi sono ritrovata a dover rileggere le frasi a causa della loro complessità.

Nel miscuglio di protagonisti e storie che si intrecciano, ci troviamo letteralmente incollati alle pagine solo per scoprire come si concluderà la storia o se semplicemente avrà una conclusione.

Il mio personaggio preferito è senz’altro il pescatore Bartolo, fin da quando è comparso nella storia sentivo che lui aveva qualcosa da raccontare, ed effettivamente è stato così. La sua storia mi ha affascinata molto e mi ha fatto riflettere su come le nostre più grandi passioni possano allontanarci dal mondo reale e dalla nostra vita quotidiana.

Ho apprezzato molto il fatto che il tema principale fosse l’amicizia, ad oggi purtroppo sono pochi che possono definirsi veri amici, quindi credo che questo sia importante per la nuova generazione, non è bello vivere in solitudine, l’uomo è un animale politico diceva Aristotele ed in quanto tale deve vivere in società.

Finito di leggere il libro mi sono sentita confusa e stordita, tanto da dover leggere più volte l’ultima pagina solo per convincermi che non era veramente finita in quel modo, mi sono dovuta arrendere all’evidenza.

Vorrei consigliare questo bellissimo libro a tutte le persone a cui piace l’avventura e l’emozione della scoperta, ma che soprattutto sono in grado di aspettare il fatidico finale e sanno sopportare la suspance. Io personalmente mi sono divertita ad immaginare un possibile finale per questa storia, anche se il vero finale mi ha un po’ delusa, lasciandomi dell’amaro in bocca.

 

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