Recensione e commento

da Giulio Mazzini
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Il libro “fuori dal branco” parla di un gruppo di adolescenti, ragazzi e ragazze. Il capo è il Cobra e impone a Elia, detto lo sfigo, di superare una prova per entrare nel gruppo, spaventare un’anziana saltando di notte sul suo balcone indossando una maschera. Il gruppo si scotta con altre bande rivali rompendo e spaventando i residenti del quartiere. La mattina dopo del giorno della prova, la donna viene trovata morta, così partono le indagini della polizia e le inchieste della stampa. Il padre di Elia è un giornalista e non sospetta che il figlio faccia parte del branco. Il professore di Elia fa capire al padre le difficoltà che sta passando il ragazzo, mostrandogli un suo tema: Elia ha una gran rabbia, dentro perché è stato abbandonato dalla madre, che ora vive in Svizzera, e perché si sente un coniglio. Elia deve decidere cosa fare.

Questo libro si legge molto velocemente perché non ha un linguaggio difficile, a volte sono gli stessi personaggi a parlare e raccontare, le loro emozioni e pensieri, con parole che usano oggi gli adolescenti. Sono interessati i rapporti con i membri del gruppo, dove il capo detta legge. Viene messo in luce anche il difficile rapporto tra i giovani e gli adulti ma anche le critiche che i ragazzi fanno alle consuetudini della società

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