Maledetto Shakespeare

da Klara Stoceni
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Libro scorrevole e affascinante, mi ha colpito subito e l’ho finito in un giorno.

Il narratore è Gionata, un ragazzino confuso e perso che sta attraversando la morte di sua madre e sta cercando di ambientarsi in una nuova città. Gionata di trova davanti a Zoe e al suo gruppo.

Gionata si innamora di Zoe, si incanta dei suoi occhi che inizialmente risultano verdi ma poi diventano delle galassie pieni di colori. Zoe lo colpisce con il suo modo di recitare, modo di fare e con il comportamento, allora Gionata senza nemmeno  rendersi conto cade in balia “dell’amore “, mette in gioco i suoi sentimenti, debolezze e consegna il suo cuore in mano a Zoe,  serve un gran coraggio e fiducia per compiere un atto del genere per questo gli adolescenti sono quelli più sensibili all’amore si mettono in gioco e sfidano i loro limiti, spogli delle loro maschere di fronte alla persona amata.

E così succede anche qua. Zoe, la quale interpretava il personaggio di Miranda nell’ opera di Shakespeare “La Tempesta” approfittò dei sentimenti di Gionata e fece sì che i suoi occhi rimanessero impressi nella mente di Giornata e diventassero barriere, impedendogli di vedere la realtà.

Zoe e gli altri personaggi del suo gruppo erano parte di una setta devota a un demone inventato da Shakespeare, una pazzia incisa nelle loro menti.

Nonostante Gionata vide di nascosto uno dei loro riti e  quando si rese conto in cosa consisteva lui rimase preoccupato per la vita di Zoe e non la sua.

Le uniche lanterne che cercarono di farlo allontanare  furono Camilla e Lucia

Camilla diversamente da Zoe mi è immediatamente piaciuta, mi ha colpita con la sua ironia, la sua leggerezza, mi ha dato una sensazione positiva. L’amore di Camilla per Gionata era più puro, adolescenziale, semplice in confronto di quello di Zoe.

La morte di Miguel fu invece una lanterna per i miei di occhi, mi fece capire che la devozione al demone e alla loro setta si poteva spingere fino all’estremo di  uccidere qualcuno. 

Lucia, la quale colpita dalla morte di Miguel suo fidanzato, disse a Gionata di scappare da quella setta più velocemente possibile ma lui accecato dall’amore per Zoe non prese in considerazione il suo consiglio.

Quando Gionata viene sottoposto al rito per evocare in lui il demone, lui capisce che Zoe non era una vittima ma il ragno in centro alla ragnatela.

Tutto ciò è una presentazione di cosa succede ancora oggi con la mafia, bullismo, branchi di criminali e tanto altro.

Approfittare del momento vulnerabile di una persona per giocare con i suoi sentimenti , debolezze e paure per sottrarlo alle proprie grinfie è un processo che viene usato sempre di più. Non cambierà con un discorso ma con lotte di anni e anni nelle nuove generazioni. 

Alla fine della storia Gionata riesce scappare e salvarsi con le proprie forze e con l’aiuto di Camilla.

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