Io sono Persefone

da Mauro Mancone
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Core, figlia della dea della natura Demetra, è giovane, bella, spensierata ed è in età da marito. La madre, che decide sempre per lei, ha scelto che deve rimanere pura e casta. Un giorno però si risveglia nel regno di Ade, re degli inferi, che l’ha rapita per farne la sua sposa.

Sola, in un luogo buio, senza il calore del sole a cui era abituata, il suo unico obiettivo diventa quello di scappare da quel mondo bigio, triste ma questo non è possibile senza il consenso di Ade, che non è intenzionato a farla andare via perché ne è innamorato.

Molti saranno gli scontri tra i due in cui Ade le rimprovera di crescere, di smettere di fare la figlia, di decidere in maniera autonoma qual è il suo posto.

Il personaggio di Core, anzi Persefone come sarà chiamata, è sensibile alle sofferenze delle anime che trova negli inferi e in un crescendo di maturità interiore, capirà che il suo posto è lì, dove sarà la regina e si prenderà cura delle anime per sei mesi, quelli invernali, mentre negli altri sei mesi, si prenderà cura degli umani a cui è tanto affezionata e che vuole proteggere dai capricci degli dei.

Il romanzo parla della mitologia greca, che è sempre bella riscoprire e rispolverare ma è soprattutto un romanzo che parla del rapporto tra genitori e figli, dove i primi non sempre riescono a capire che l’amore spesso mette i paraocchi, che per diventare adulti i figli, bisogna che trovino la propria strada da soli anche sbagliando. Questo è anche il finale del romanzo, quando cioè Persefone prende consapevolezza del proprio destino e di poterlo cambiare.

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