Il centro del mondo

da Mauro Mancone
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Partita da Boston con solo una valigia e incinta di nove mesi, Glass, si lascia tutto alle spalle, e raggiunge il vecchio continente, dove vive sua sorella Stella che non vede da anni. La notte dell’arrivo è la stessa in cui scoprirà della morte della sorella e della nascita dei suoi gemelli: Dianne e Phil, che segnerà l’inizio del romanzo.

Questo il prologo del romanzo che inizialmente ha un ritmo lento in cui il protagonista vero è il diciasettenne Phil, la sua famiglia e la loro casa. Vivono la loro quotidianità in un contesto in cui vengono additati, dagli abitanti del paese, come “strani” per le loro abitudini. Poi il ritmo diventa più veloce con una trama che ti appassiona, dove i sentimenti come gli amori e i rapporti dei protagonisti con le persone che gli gravitano attorno, hanno una cosa in comune: la mancanza di dialogo che porterà spesso a incomprensioni.

La storia salta dal presente al passato e ci svela i segreti dei personaggi che sono molto diversi tra loro, che vivono in una casa-castello che all’inizio fa paura ma che piano piano diventa un nido, un luogo sicuro, diventa il “centro del mondo”.

Quello che mi è piaciuto di questo romanzo è la capacità dell’autore di portare avanti le storie di questi personaggi in un crescendo di emozioni. Ma è il rapporto tra i due fratelli quello che più mi ha coinvolto. Un rapporto che cambia con la crescita dei protagonisti: dalla complicità di quando sono bambini fino all’adolescenza dove il rapporto diventa più difficile. Ognuno di loro vivrà le proprie esperienze senza la condivisione delle emozioni. Le relazioni che intrecciano diventano sempre più complicate in un crescendo di emozioni che portano soprattutto Phil a un finale da libro giallo.

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