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da Mauro Mancone
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Sono in quattordici: sette uomini e sette donne. Vengono precettati per partecipare a “nascondino” in cui l’ultimo che non si fa scoprire dopo una settimana, vincerà una grossa somma di denaro.

E’ questo l’incipit del romanzo. Tra i partecipanti c’è Mack, la protagonista una ragazza molto introversa, che nasconde un episodio del suo passato che l’ha vista salva mentre la sua famiglia veniva sterminata dal padre, come si scoprirà nel corso della lettura. Ma come lei sono tante le storie dei concorrenti, non tutte dai toni così tragici come quella di Mack: c’è Ava, la bella influencer che pensa solo all’aspetto estetico, che nasconde un passato di insicurezze; Joden sicuro che la sua prestanza fisica lo aiuterà della sfida…

Il gioco inizia ed è importante riuscire a ritornare al campo base  al tramonto… ma le regole non sono chiare…piano piano i concorrenti si rendono conto che non stanno partecipando a un “realty”, come qualcuno di loro sperava. Scoprono che in realtà c’è dell’altro! C’è qualcosa di oscuro che si nasconde e che gli dà la caccia e se ne accorgono quando vengono trovate tracce di sangue, in quel parco giochi ormai abbandonato da tempo che è lo scenario di questa avventura. Allora capiscono che è meglio aiutarsi che giocare per se stessi!

In un crescendo di suspance, il romanzo si snoda in un labirinto che diventa sempre più intricato, dove la trama si svela lentamente, così come le storie dei partecipanti.

Il romanzo mi è molto piaciuto e la trama mi ha fatto tornare in mente la serie coreana “Squid game” nella modalità di precettazione dei concorrenti, dove l’illusione di una ricompensa, per poter cambiare stile di vita, è la motivazione che spinge i quattordici a partecipare. Mentre il finale mi ha fatto ricordare “Il ritratto di Dorian Gray” dove pur di acquisire fama e potere, si sia disposti a vendere le anime al diavolo a discapito di tutto e di tutti.

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