Grande Silenzio di Thea Rojzman e Sandrine Revel è una graphic novel che si legge velocemente e con curiosità. I disegni sono accattivanti e colorati, mentre la storia è, purtroppo, molto triste perché riguarda il tema degli abusi sui minori.
I vari personaggi, ciascuno con la sua drammatica dimensione, hanno punti di vista differenti ma accomunati dalla violenza di cui sono stati vittime. Una violenza sessuale o di altro genere che ha generato un ciclo negativo: ad esempio un ragazzino che ha subito violenza, diventa violento anche lui, da grande. Due bambini, fratello e sorella, dopo la separazione dei genitori vanno a vivere in case diverse ma subiscono entrambi degli abusi.
Colpisce molto il fatto che i protagonisti siano molto soli, quasi abbandonati o comunque ignorati dagli adulti. Questo rende le loro situazioni ancora più drammatiche.
La vicenda è ambientata su un’isola caratterizzata da elementi fantastici piuttosto significativi, come la macchina del silenzio, che fa tacere i bambini perché rende la loro voce non udibile da nessuno. Sarà una maestra, anche lei cresciuta in un contesto di abusi, a percepire il dolore dei ragazzi e ad aiutarli ad esprimere finalmente le loro voci, che riempiranno tutta la città.
La graphic novel fa riflettere su come la violenza alla fine generi sempre altra violenza, lasciando segni negativi su chi la subisce: infatti, nel corso della storia, i bambini che hanno subiti abusi si trasformano assumendo un aspetto mostruoso, come è mostruosa e crudele l’ingiustizia di cui sono stati vittima. Le immagini possono risultare disturbanti, a volte, ma colpiscono e hanno proprio lo scopo di attirare l’attenzione del lettore su una questione scomoda e delicata, che troppo spesso viene effettivamente nascosta o fatta passare sotto silenzio. Un silenzio che fa male a tutti e va combattuto…