ResQ

da Mauro Mancone
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E’ la storia di un sogno di un gruppo inizialmente ristretto di quattro persone, che hanno deciso di dedicarsi al salvataggio (rescue) delle persone che per vari motivi lasciano i loro paesi per affrontare il viaggio della speranza nel Mediterraneo verso la terra promessa, alla ricerca di migliori condizioni di vita o semplicemente per sfuggire a guerre, carestie, epidemie, tema attualissimo vista la cronaca degli ultimi giorni relativa alla tragedia di Cutro. Il loro motto è People saving People. Le persone coinvolte decidono di farsi parte attiva nel realizzare il loro sogno, che potrebbe sembrare utopistico ai più, in quanto ritengono importante che ciascuno nel suo piccolo debba fare la sua parte nel salvare vite umane, contro l’indifferenza e superficialità dell’approccio al problema delle istituzioni proposte.

Il libro raccoglie le testimonianze, gli aneddoti delle persone coinvolte in questo progetto nato tra l’altro in un periodo davvero molto difficile, la pandemia, e ne condivide le emozioni, le difficoltà  e la determinazione dei protagonisti che hanno fatto sì che questo sogno si realizzasse nonostante le difficoltà, come l’acquisto della nave o l’organizzazione dell’equipaggio che deve saper affrontare qualsiasi tipo di difficoltà in maniera tempestiva, senza indugi, perché si tratta di salvare vite umane.

E’ un libro che mi è piaciuto, ma non esaltato, che mi ha fatto conoscere meglio un mondo di cui avevo conoscenza superficiale dai telegiornali, rispetto al quale mai mi ero soffermato sulle reali difficoltà che le organizzazioni umanitarie, non governative, affrontano. Organizzazioni che salvano vite seguendo la loro coscienza, andando a volte anche contro le leggi e l’opinione pubblica. Sempre più spesso invece passa il messaggio, a mio avviso sbagliato, che le stesse favoriscono i viaggi della speranza dei disperati piuttosto che cercare di contrastare chi ne fa un tornaconto economico a loro discapito.

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