“The Screen” è un romanzo che mi ha colpito profondamente perché riesce a unire il genere thriller a una riflessione lucida su tematiche di grande attualità, soprattutto nell’epoca iperconnessa in cui viviamo. L’autore non si è limitato a raccontare una semplice vicenda di cronaca nera, ma è riuscito a intrecciare in modo armonioso e credibile argomenti complessi come la tecnologia e la violenza di genere. Ciò che rende la narrazione ancora più interessante è che questi temi non vengono presentati come elementi accessori o forzati, ma si integrano perfettamente nella trama, dando profondità alla storia senza appesantirla. La protagonista, Sara, viene travolta da un vortice ossessivo legato al suo lavoro: passa le giornate davanti agli schermi, spesso esposta a contenuti disturbanti, crudi e violenti. La sua mente inizia a essere invasa da queste immagini, che si imprimono dentro di lei in modo indelebile. In particolare, un video che mostra lo stupro e la conseguente morte di una ragazza la sconvolge a tal punto da portarla sempre più lontano dalla sua routine e sempre più dentro una ricerca investigativa che diventa presto un’ossessione. Da questo momento si sviluppa una trama ricca di colpi di scena, avvincente e ben costruita, che cattura immediatamente l’attenzione del lettore. Lo stile dell’autore è semplice ma estremamente efficace: ogni parola sembra scelta per tenere alta la tensione narrativa, senza rinunciare alla caratterizzazione psicologica dei personaggi. La narrazione dà ampio spazio alle emozioni di Sara, permettendoci di entrare nei suoi pensieri, nelle sue paure e nelle sue ansie. Tra le varie riflessioni presenti nel libro, una frase in particolare mi ha colpito e, secondo me, racchiude il senso dell’intera storia: “La memoria si manipola, ma non si cancella.” Questa frase, che rappresenta un pensiero della protagonista dopo aver visto il video su cui ruota l’intera vicenda, diventa il cuore del romanzo. La memoria per Sara è sia una maledizione che una risorsa: da un lato è ciò che la perseguita, poiché i contenuti più traumatici continuano a vivere dentro di lei anche dopo essere stati rimossi dalla rete; dall’altro è ciò che le permette di collegare gli eventi, ricostruire la verità e, infine, risolvere il caso. La tensione cresce ulteriormente quando entra in gioco un tentativo di manipolazione del filmato originale. C’è chi prova a modificare la realtà, ma Sara, spinta da un profondo senso di giustizia e dalla determinazione a scoprire la verità, riesce a smascherare la falsità del video contraffatto.
In conclusione, “The Screen” è molto più di un thriller: è un romanzo che ci mette davanti allo specchio e ci costringe a riflettere sul nostro rapporto con gli schermi, la memoria e la verità; una lettura intensa, a tratti disturbante ma necessaria.