Recensione di Bagai di Samuele Cornalba

da Filippo Davide Maone
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Bagai chiama apertamente “adolescenza”.

E’ un romanzo che esplora temi di identità, appartenenza e crescita personale, ambientato in un contesto che miscela la realtà quotidiana con elementi di riflessione profonda e simbolica. Cornalba, con la sua scrittura intensa e viscerale, ci conduce in un viaggio che affonda le radici nelle dinamiche interne di una comunità e nelle sfide personali dei suoi protagonisti.

L’autore costruisce il suo racconto con una narrativa che alterna momenti di riflessione introspettiva a scene di grande intensità emotiva, creando un quadro complesso e realistico delle esperienze di vita di chi vive ai margini o in situazioni di incertezza.

Ogni pagina è un invito a guardare dentro se stessi e a interrogarsi su temi universali, come la paura, il desiderio di libertà, e la difficoltà di comprendere il proprio posto nel mondo.

Il romanzo non si limita a raccontare la storia di un giovane in cerca di se stesso, ma si fa anche portavoce di una riflessione sulla società e le sue fragilità. In un contesto di smarrimento e ricerca di significato, Bagai esplora anche le dinamiche sociali, le relazioni familiari e la questione del radicamento culturale, facendo emergere questioni di inclusione e diversità. La sensazione di “perdersi” e di cercare una via di uscita dalle aspettative sociali e familiari è palpabile, ma il romanzo offre anche uno spiraglio di speranza, suggerendo che la crescita e la comprensione avvengano spesso attraverso la sofferenza e l’autoconsapevolezza.

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